Inauguriamo oggi una serie di interviste brevi ai protagonisti della nostra organizzazione, persone che da anni lavorano al CISP e che, con il loro impegno, hanno contribuito a costruire la nostra storia.
Cinque domande per scoprire le persone, le storie e le esperienze che animano la cooperazione internazionale, in ogni angolo del mondo.
Partiamo con Deborah Rezzoagli, Direttrice dell’Area Geografica Europa dell’Est e Asia.
La cooperazione internazionale è sempre stata il mio interesse principale, sin dai tempi dell’università. Nel 1995 ho frequentato un master in Sviluppo Internazionale alla STOA’ “Business School” di Napoli, dove ho scoperto il CISP. Al termine del corso, ho avuto l’opportunità di fare uno stage in Etiopia, lavorando alla valutazione di un programma di microcredito. Quella prima esperienza con il CISP ha segnato l’inizio del mio percorso nel settore: da allora mi sono occupata di ricerca e cooperazione internazionale, prima in Africa e poi anche nei Balcani, e ancora nei paesi del vicinato europeo e nell’area del Mediterraneo.
Una delle sfide più importanti nell’area balcanica è la protezione dell’ambiente e della biodiversità, strettamente legata alla lotta contro il cambiamento climatico. Dal 2017, in Bosnia-Erzegovina, abbiamo lavorato a iniziative che spaziano dagli studi scientifici su flora fauna e habitat in aree protette alla sensibilizzazione e all’educazione ambientale delle comunità, promuovendo anche il turismo sostenibile come strumento per generare opportunità economiche e rafforzare il tessuto sociale locale.
Inoltre, abbiamo fornito supporto tecnico per migliorare le politiche ambientali e abbiamo contribuito all’ampliamento delle aree protette, lavorando a stretto contatto con istituzioni locali, università e associazioni. È un lavoro complesso, che richiede competenze interdisciplinari, collaborazione costante e una visione strategica a lungo termine. Tuttavia, i risultati ottenuti finora confermano che stiamo facendo progressi significativi nella direzione giusta.
Ci sono due progetti, strettamente legati tra loro, che mi hanno particolarmente entusiasmato: il progetto Biodiversità per lo Sviluppo Locale (concluso nel 2021) e il progetto NaturBosniaHerzegovina (terminato alla fine del 2024). Entrambi si sono concentrati su straordinarie aree protette della Bosnia ed Erzegovina: il Paesaggio Protetto Konjuh, il Parco Nazionale Sutjeska (il più antico del Paese) e il Parco Naturale Blidinje.
In otto anni abbiamo coinvolto oltre 20.000 persone – tra bambini, giovani, scuole, università, piccole imprese, istituzioni e associazioni della società civile – attraverso centinaia di attività che hanno avuto un impatto significativo sul territorio.
Grazie alla collaborazione con esperti botanici italiani, il Centro Studi Bionaturalistici di Genova e l’Università degli Studi di Perugia, abbiamo prodotto tre importanti studi scientifici sulla Biodiversità del Paesaggio Protetto Konjuh, della foresta di Perućica nel Parco Nazionale Sutjeska e del Parco Naturale Blidinje. Questi studi comprendono oltre 10.000 dataset tematici su flora, fauna e habitat, identificano specie di particolare valore naturalistico che necessitano di specifiche misure di monitoraggio e protezione, analizzano la qualità delle acque e mappano le specie ittiche.
Abbiamo anche realizzato video, come Unexplored Konjuh e Sutjeska: Sulle Orme della Storia, che raccontano la ricchezza naturale e storica di questi territori unici.
Mentre, in collaborazione con le comunità locali, le associazioni della società civile e gli attori economici abbiamo sviluppato pacchetti di turismo sostenibile, ora disponibili per chi desidera viaggiare in modo responsabile e autentico.
Questi progetti mi emozionano profondamente perché so che hanno già lasciato un segno duraturo: università, istituzioni, aree protette e comunità locali stanno infatti proseguendo e replicando molte delle iniziative che abbiamo realizzato. Come CISP, continueremo a lavorare in questa direzione con nuovi progetti, estendendo il nostro impegno ad altre aree del Paese.
Uno dei momenti più belli e indimenticabili risale al 2014, durante una missione in Armenia. Dopo un lungo lavoro con giovani e insegnanti sul diritto allo studio e a un’educazione di qualità, il gruppo con cui avevamo collaborato ha organizzato un evento a sorpresa per ringraziarmi. Avevano allestito uno spazio con i loro lavori artistici e fotografici, frutto del progetto, ed era un modo per mostrare come quell’esperienza avesse cambiato le loro vite.
Mi sono sentita profondamente emozionata e grata per l'affetto che mi circondava: era evidente che, insieme al team di lavoro – composto da donne straordinarie – avevamo dato a quei giovani un’opportunità concreta di crescita individuale e collettiva. È un ricordo che porto sempre con me.
Mettere sempre al centro le persone. Collaborare con persone di culture e paesi diversi, lavorando insieme per obiettivi comuni, ti arricchisce in modi che non avresti mai immaginato: ti dà conoscenza, coraggio, forza interiore e speranza. È una lezione di vita che applico ogni giorno.
Questa breve testimonianza ci dà uno spaccato non solo del lavoro di Deborah, ma anche dell’impatto che la cooperazione internazionale può avere su comunità, territori e persone.
Continuate a seguire queste pagine per scoprire altre storie di impegno e passione.